Intervista a Roy Hargrove 26.03.2010

 

 Eva Simontacchi e Roy Hargrove

INTERVISTA CON ROY HARGROVE – Blue Note, 26 marzo 2010   
Di: Eva Simontacchi
Fotografie: Daniela Crevena


Eva Simontacchi:
Hai lavorato in molte situazioni, e inciso molti dischi con progetti diversi: quintetto, big band, archi. Hai in mente qualche nuovo progetto nel quale non ti sei ancora espresso e che vorresti  affrontare?
Roy Hargrove: Vorrei fare un progetto brasiliano prima o poi, e probabilmente qualcosa di contemporaneo, con l’elettronica, con i computer.

E.S.: Tra i molteplici progetti che hai realizzato nella tua carriera, qual è quello che ti è rimasto più nel cuore, quello al quale ti senti più legato?


R.H.
: Non posso in realtà dire che ce ne sia uno in particolare; sono tutti speciali per me. Sono tutti come dei figli. Li amo tutti allo stesso modo.


E.S.: Suoni quasi tutte le sere per i concerti che hai numerosissimi. Passi molto del tuo tempo a studiare durante il giorno?


R.H.: Sto sempre studiando, anche mentre suono….

 

Roy Hargrove al Blue Note


E.S.: Ciò che intendevo era: c’è una routine quotidiana che segui nello studio per un certo numero di ore per esempio?


R.H.
: No, non direi che ho una routine. E’ una cosa costante, anche quando non sto suonando. Sto sempre leggendo cose che riguardano la musica, cerco di sviluppare la mente per potere essere più creativo. Anche coltivare la spiritualità è molto importante per me. Prego molto e cerco di mantenermi centrato in modo da poter fare musica….


E.S.: Comprendo quando sia importante, soprattutto per un artista essere aperto e spirituale, perché si è più aperti e ricettivi quando si coltiva la spiritualità….


R.H.: Si.


E.S.: Sono molti anni che viaggi per il mondo. Cosa ne pensi di tutti questi spostamenti?


R.H.:
Non mi piace molto viaggiare, ma sono sempre in aeroporto, e avanti e indietro in autobus e treni. Devo dire che non mi piace più molto volare. Ora è diventato macchinoso, con tutti i problemi di sicurezza e di controlli negli aeroporti. Ma sai, ne vale la pena una volta che si arriva a destinazione. La gente arriva per godersi la musica, e quella è la parte che mi ripaga e che mi da gioia. E tutto questo viaggiare lo faccio volentieri per chi viene ad ascoltare.


E.S.: Quando suoni cosa ti piace trasmettere al pubblico? Come desideri che lascino la sala a fine concerto?


R.H.:
Desidero solo che si sentano felici, e che si dimentichino dei problemi che hanno nella vita. Io penso che si tratti proprio di questo per quanto mi riguarda. Se le persone non sono estremamente felici dopo lo spettacolo, allora sento che non ho fatto bene il mio lavoro.


E.S.: Qual è la destinazione del prossimo aereo in questo tuo tour europeo?


R.H.:
Ora partiamo per la Spagna, e ci fermeremo qualche giorno, poi torniamo a New York e ci riposeremo fino a fine aprile. Torneremo in Europa in Maggio.


E.S.: Ascolti molta musica?


R.H.
: Certamente, ne ascolto tantissima, di vari generi. E’ una cosa che tutti noi musicisti dovremmo fare.


E.S.: Grazie per averci dedicato del tuo tempo per questa intervista. Ti auguriamo tanto successo per tutti i tuoi progetti, e speriamo di rivederti presto a Milano.


R.H.
: Grazie!

Roy Hargrove al Blue Note di Milano