table image table image table image table image table image
table image table image table image table image table image
Le tecniche di Riscaldamento - Dr. Franco Fussi

 

 

Dott. Prof. Franco Fussi 

Le tecniche di riscaldamento

Dr. Franco Fussi


Una prova sperimentale della reale efficacia del riscaldamento vocale nell’ottimizzare la performance canora, è stata fornita dalla comparazione degli effetti degli esercizi di riscaldamento a breve termine rispetto a condizioni di riposo. Fisiologicamente, il riscaldamento non modifica i livelli minimi e massimi di frequenza fondamentale producibile (estensione), ma accresce il livello di pressione fonatoria per i toni acuti, cioè della minima pressione aerea sottoglottica necessaria per l’oscillazione dell’onda mucosa. Ciò dimostra che gli esercizi di riscaldamento vocale aumentano  la viscosità delle corde vocali, favorendo così la stabilità dei toni acuti. (Motel T. et al., 2003).

Il concetto di riscaldamento non è limitabile alla sola pratica di emissione di vocalizzi ma riguarda la preparazione Œatletica’ di tutto il corpo, attraverso le seguenti tappe, che necessitano in totale un tempo medio di 20 minuti: tecniche di concentrazione, detensione e tonicità muscolare del corpo, verifica degli automatismi dinamici respiratori, prontezza dell’intonazione e agibilità dell’estensione. Vale la pena ricordare che, in situazioni di debolezza o malattia, un accurato riscaldamento è la terapia più importante per non ridurre il rischio di danni. L’uso di intensità vocali elevate, la scarsa umidità dell’aria e l’esecuzione da seduti sembrano essere fattori non favorenti un corretto riscaldamento vocale (Vintturi et al., 2001).
Le prime tre tappe sono eseguibili in meno di dieci minuti:
1) Pensare all’interno del proprio corpo e alle emozioni, scegliendo un posto dove sia possibile concentrarsi. Fare un rapida rassegna delle tensioni accumulate in giornata, per ristabilire la Œneutralità’ corporea e potersi concentrare sulla voce e sul momento di entrata in scena.
2) Compiere qualche minuto di leggera ginnastica aerobica per migliorare la circolazione e il tono muscolare. Dopo pochi minuti compiere qualche esercizio di stretching col capo, le braccia, le spalle e i fianchi. Effettuare anche alcuni profondi sbadigli e scrollare braccia e gambe per liberarle dalle tensioni.
3) Controllare la respirazione, mantenendo il collo allungato in allineamento col dorso, la gabbia toracica espansa e le spalle abbassate, mentre si inspira silenziosamente con espansione dell’area epigastrica e costale laterale. Espirare lentamente, con atto lento e completo, verificando le capacità di controllo sulle dinamiche di appoggio e di sostegno diaframmatico. Ripetere per una decina di volte.
Successivamente, riempire profondamente i polmoni con un atto inspiratorio ed eseguire una ventina di piccole inspirazioni ed espirazioni rapide, il più silenziosamente possibile, controllando i movimenti della gabbia toracica e dell’addome. Riposarsi e poi ripetere per 4-5 volte. Sostituire l’espirazione silenziosa all’emissione di /u/ aspirate. Bere se si avverte secchezza delle fauci.
4) ŒMuovere’ la voce usando scale o arpeggi di uso comune durante lo studio, iniziando sui toni centrali della propria estensione, o una semplice melodia trasposta entro un range di comodità per la propria estensione, vocalizzandola con la sillaba /ma/ o /la/.
5) Raggiungere con gradualità le note più acute, fino a un tono o due sopra il range di estensione della parte; non concludere il vocalizzo senza esser tornati sui toni centrali.
7) Verificare che le posizioni (“maschera”) siano “a fuoco” e la voce sia risonante prima di lavorare sul volume.
6) Se la voce è pesante o sporca, compiere vocalizzi nasalizzati (facilitati dalle sillabe /mi/ e /ni/) per rendere più brillante la qualità vocale; se la voce è piccola o stridula realizzare maggior ampiezza nel cavo orofaringeo (facilitato dalle sillabe /lo/ /go/).
7) Se la voce fosse dura costringerebbe a spingere: ridurre l’intensità vocale ed evitare i toni acuti, applicando tecniche di rilassamento del tipo sbadiglio/sospiro e idratando le mucose.
8) Testare un brano del repertorio in tonalità d’esecuzione e intensità media, controllando l’allineamento posturale capo-collo-spalle-sterno e la gestione del respiro.
9) Allenare le procedure di riscaldamento a casa.
10) Utilizzare il vocal fry per saggiare la Œviscosità’ della copertura cordale. L’esercizio del vocal fry è suggerito come manovra per Œpulire’ le corde vocali da depositi di muco e per verificare la libertà e l’ampiezza dell’onda vibrante. Tuttavia è nostra esperienza assistere ad esecuzioni incorrette di tale registro con frequenti gradi di ipertono delle false corde e quoziente di chiusura aumentato. E’ allora indicato un controllo videolaringoscopico dell’uso di questo registro per indurre ad una corretta esecuzione, che può essere favorita dalla contemporanea richiesta di controllo del vocal tract con tecniche di sbadiglio o di Œsob’.
11) Il riscaldamento effettuato con il trillo linguale o labiale, i “muti” (vocalizzi a labbra chiuse), l’utilizzo di emissioni nasalizzate, i vocalizzi con arrotondamento e protrusione moderata delle labbra, condotti su glissati, scale o arpeggi, e su tutta l’estensione vocale, inducono un adeguamento della funzione respiratoria in termini di rapidità di sostegno respiratorio, riducono le forze esercitate direttamente e medialmente sulle corde vocali, portano le corde a vibrare solo sul loro bordo libero in una sorta di registro medio che permette di verificare le “posizioni” senza “stringere la gola” e senza dar subito “volume” in registro pieno, e tonificano in lunghezza le corde stesse.
12) Glissati tra due ottave di estensione, su vocali anteriori come la /i/ e la /u/, inizialmente solo discendenti, poi anche ascendenti, prima con netta transizione tra voce “di petto” e falsetto, poi uniformando i registri con una emissione definita “mista”, allenano le variazioni tensionali delle corde vocali, indirizzate al principio allo stiramento del legamento vocale poi a tutto il muscolo. Tale procedura provvede al separato esercizio nell’attività dei due tensori delle corde, facendone saggiare il prodotto vocale della loro funzione prima separatamente (voce piena e falsetto), nell’ambito tonale loro più fisiologico, ed infine attuando la loro unione nell’emissione “mista”. Si evitano così difficoltà di realizzo di note di passaggio di registro. La manovra tende anche a polarizzare la prima formante sulla frequenza fondamentale aumentando l’udibilità vocale a favore di quello che i maestri definirebbero la “punta” del suono.
13) Esercizi a lingua protrusa in scale e sequenze vocaliche alternate /a-i/ , sono utili per creare coscienza nell’indipendenza tra le strutture fonatorie e quelle articolatorie, rilassare lingua e mandibola, concentrarsi nel mantenere una posizione laringea verticale stabile durante l’articolazione. Così anche tutti i vocalizzi che utilizzano sillabe inizianti per consonanti, specie /l/, /v/, /m/, /n/,  cari a molti maestri di canto, allenano e facilitano l’abitudine a mantenere il suono in “posizione” indipendentemente dalla consonante che precede o segue.
14) I filati, o “messe di voce”, effettuati con cavità buccale non troppo aperta e con vocali prima anteriori e poi posteriori, pongono con calcolata gradualità in vibrazione la massa delle corde vocali; aiutano il cantante a bilanciare la tensione del muscolo con quella del legamento vocale; fanno esercitare la regolazione del crescendo e del decrescendo nel corso dell’emissione, ove i volumi polmonari sono ovviamente via via decrescenti; fanno infine lavorare tutti i muscoli intrinseci della laringe in rapporto coordinato con i mutamenti della pressione respiratoria durante l’emissione vocale.
15) Gli staccati in arpeggio realizzano la possibilità di iniziare la performance con voce pulita e pronta, stabilendo un modo dominante (registro pieno) di vibrazione delle corde vocali, a voce piena, ed allenano i muscoli abduttori ed adduttori, cioè quelli che determinano l’apertura delle corde (posizione respiratoria) e quelli che ne determinano la chiusura per l’atto fonatorio, simultaneamente ai muscoli tensori durante i cambi di altezza tonale.

 

Prof.Dott. Franco Fussi
Specialista in Otorinolaringoiatria e in Foniatria
Responsabile Centro Audiologico e Foniatrico Azienda USL Ravenna
Prof. a c. Corso di Laurea di Logopedia  Università di Bologna e
prof. a c. Scuola di Specializzazione in Audiofoniatria Università degli Studi di Ferrara
Collaboratore Teatro Comunale di Bologna
e Accademie di canto di Osimo, Martinafranca, Cagli e Teatro Comunale di Firenze
Ambulatorio: Laboratorio della voce e del linguaggio, Renova Palace
Piazza Luigi Einaudi, 1 -  48100 Ravenna   Tel. (0544) 33206

 
 
Home
Biografia
Corso di Canto
Eva Simontacchi Vocal Ensemble
4 Heaven & More
I Miei Articoli
I Vostri Articoli
Scuola Civica di Lecco
Artisti
Musicisti
Allievi
Didattica
Convegni/Master
Press
Eva - Eventi
Eventi
Discografia
Bibliografia
Links
Photo Gallery
Ringraziamenti
Newsletter
Contacts
Guestbook
Novità
Matrimoni
Partners

EVA SIMONTACCHI VOCAL ENSEMBLE

EVA SIMONTACCHI MY SPACE

CENTRO INTEGRATO VIDEO-ENDO-STROBOSCOPIA ELETTRICA DELLE  VIE AEREE SUPERIORI "ENRICO DE AMICIS"

VOICEART

ACCADEMIA VIVALDI

LA VOCE ARTISTICA

COACHINGARTISTICO

SPLASC(H) RECORDS

JAZZITALIA

CONTURSI FESTIVAL

JAZZ COLO[U]RS

JUAN CARLOS HERNANDEZ PHOTOGRAPHER

ALDO ASCOLESE PHOTOGRAPHER

MUSIC CYCLE

GOSPELWEB

ANIMAJAZZ

VOICE UNIVERSITY

JAZZOS

A.I.C.I.

MUSICABLACK

CdPM

Mailing List
La mia newsletter contiene preziose informazioni non solo sulle mie attività personali, ma anche sul canto e la didattica musicale in Italia. Iscriviti!

Nome
E-mail
Subscribe
Unsubscribe

table image table image table image table image table image
table image table image table image table image table image