Intervista con Mary Setrakian, di Eva Simontacchi

Milano,  23 novembre 2006
Di Eva Simontacchi
Fotografie: Eva Simontacchi

Eva Simontacchi and Mary Setrakian

Eva Simontacchi: E’ molto interessante e particolare ciò che fai a livello di insegnamento: collegare la recitazione al canto. Lo fai negli Stati Uniti, e ora stai portando questa tua specialità anche in Italia, tenendo dei corsi e affiancandoli alla tua attività concertistica. Potresti spiegare ai lettori come ha avuto inizio tutto questo?

Mary Setrakian: Iniziai a studiare canto presso la Stanford University. Poi decisi di proseguire i miei studi e di perfezionare la mia tecnica vocale, e mi recai a Boston presso il New England Conservatory ottenendo un Masters in Voice Performance. Durante l’ultima estate che trascorsi al Conservatory, mi recai a Tanglewood, un Music Festival nel Massachussetts, e studiai con una notevole insegnante: Phyillis Curtain. Dopo tutti questi studi di canto lirico, decisi di trasferirmi a New York perché il mio desiderio era quello di cantare “on Broadway”. Incontrai una meravigliosa insegnante attraverso Phyllis Curtain. Il suo nome è Joan Heller.  In quel periodo abitava vicino a New York, e studiai con lei. Mi aiutò moltissimo a perfezionare la mia tecnica di canto lirico. Ero affascinata dal suo metodo di lavoro e dal suo approccio al canto, e pensai di poter applicare questa tecnica a tutti gli stili in cui avrei desiderato esprimermi: Lirico, Musical Theatre, Pop, Jazz, e anche Rock and Roll. Man mano che perseguivo la mia carriera nel settore del Musical Theatre  a New York, mi resi conto di avere bisogno di lavorare maggiormente sulla recitazione. Trovai un’incredibile insegnante di recitazione: Susan Batson, che cambiò completamente la mia vita e la mia carriera. Lei è la persona che mi ha insegnato a collegare la tecnica di recitazione alla la tecnica del canto che nel frattempo avevo perfezionato. Proseguii con le mie performance “on Broadway” e in tour con gli spettacoli di Broadway,  quali “Phantom Of The Opera”, “Les Miserables”, ricoprendo il ruolo principale in “Evita” e “Hello Dolly”. Poi iniziai a insegnare. La mia prima allieva fu Nicole Kidman per “Moulin Rouge”. Nicole studiava recitazione con Susan Batson, e Susan disse a Nicole: “Devi studiare con Mary prima dell’audizione”. E dunque fu la mia prima allieva. Lavorammo collegando la tecnica del canto con quella della recitazione. Ecco come iniziò questa mia avventura! Poi iniziai ad avere molti studenti, e affiancai la mia attività concertistica con l’insegnamento. Questa tecnica di collegamento tra il canto e la recitazione ha molto a che fare con l’unione della mente con il corpo. Non si dovrebbe separarli. Nella nostra società molto spesso ci capita di essere “scollegati”. Per evitare il dolore ed emozioni che potrebbero risultare molto scomode diventiamo molto cerebrali, e rimaniamo nello stato mentale senza collegarci, senza unirci al corpo. Questo capita tipicamente alle cantanti che studiano tecnica vocale. Desiderano talmente avere un bel suono che pensano solo alla tecnica e rimangono intrappolate nella loro testa. Emettono dei bei suoni, ma senza connessione umana con il corpo. L’insegnamento del canto lavorando sia sulla voce che sulle emozioni è risultato essere un viaggio molto speciale per me. Il mio sogno personale è quello di poter condividere tutto questo con il mondo intero. Ho sempre amato l’Italia fin da quando vi trascorsi delle vacanze con la mia famiglia quando avevo 11 anni. Tre anni fa incontrai un amico speciale che studiò a Tanglewood nello stesso periodo in cui vi studiai anche io 24 anni fa, Luca Francesconi, un compositore italiano. A Tanglewood studiò con Luciano Berio, mentre io studiavo con Phyllis Curtain. Il Lavoro di Luca mi ispira molto, e incontrarlo nuovamente e ascoltare il suo lavoro con la LA Philarmonic, “Cobalt, Scarlett, Two Colors of Dawn” mi fece venire un impellente desiderio di ritornare in Italia. Il fato deve avermi udito, perché qualche mese più tardi un magnifico attore romano, Domenico Stante, visitò il mio sito. Era alla ricerca di una insegnante di canto a New York. Vide che tenevo dei corsi presso lo studio di recitazione Black Nexxus di Susan Batson.  Attraverso una corrispondenza via e-mail, ci accordammo perché lui venisse a New York a studiare con me. Si fermò per un mese di studio, e fu un’esperienza meravigliosa! Quando tornò a Roma, gli scrissi una e-mail chiedendogli: “Sai che ho sempre desiderato venire in Italia per insegnare e tenere concerti?” E lui mi rispose: “Ho sempre desiderato produrre, e adoro questa tecnica che insegni, collegando la recitazione al canto”. Organizzò immediatamente un corso. Normalmente eseguo concerti sia con orchestre, sia più in piccolo, concerti che chiamo i miei “Salons”, e dunque mi organizzò anche due “Salons” presso “L’Arciliuto” a Roma, in Piazza Navona. Tutto questo accadeva circa due anni fa. Sono già ritornata in Italia circa otto volte, e ho tenuto oltre dodici corsi. E’ stata un’esperienza speciale per me, condividere questo lavoro con attori e cantanti italiani. Ecco come iniziò la mia avventura italiana!

E.S.: Desidereremmo sapere di più su di te. Che bambina eri? Come sei stata attirata nel mondo della musica, della recitazione e dello spettacolo?

M.S.: Oh! Che domanda grandiosa! Provengo da una famiglia molto musicale. Sia mia madre che mio padre erano cantanti fantastici. Mia mamma è inglese, scozzese-irlandese, e mio padre è armeno. La madre di mio padre, Roxanna Setrakian, attraverso un matrimonio combinato si sposò con mio nonno Arpoxit Setrakian all’età di quindici anni quando lui ne aveva trentadue. Lei non ebbe l’opportunità di studiare, fece solo le elementari, ma fu una cantante lirica, una golfista con due handicap e un’esperta di arte asiatica. Una donna estremamente brillante! E mio padre adorava cantare. Penso che avrebbe desiderato essere un cantante e un attore professionista, ma entrò nell’attività di famiglia legata all’uva e ai vini. Ho un ricordo di lui quando avevo tre anni, con i miei fratelli. Lui ci metteva tutti intorno a un microfono e ci faceva cantare insieme. Ho questi fantastici nastri audio, in cui canto all’età di tre anni, e duetto con mio padre: “I want a girl just like the girl that married dear old dad” (“voglio una bimba proprio come la bimba che ha sposato il caro vecchio papà”). Cantavo con tutto il cuore mentre mio padre mi accompagnava con l’ukulele. Dunque è lui che mi ha instillato questo fantastico amore per la musica. Penso di essere nata per fare esattamente ciò che sto facendo, e sono stata fortunata perché lui e mia madre mi hanno sempre dato il permesso di perseguire questa difficile ma meravigliosa carriera. Difficile in quanto lungo il percorso si devono subire tanti rifiuti e porte chiuse. Ma l’importante è continuare a crederci, e a lavorarci, ed io sono stata sostenuta dalla mia famiglia per questo amore per la musica. E dunque sono molto grata per tutto ciò!

E.S.: Torniamo ai corsi in Italia. Come organizzerai i corsi? Seguirai un programma di modo che gli iscritti possano seguire un vero e proprio percorso a tappe ogni volta che ritornerai?

M.S.: Dato che ho iniziato questo lavoro in Italia quasi 2 anni fa, ho molti studenti che ritornano e si riscrivono, e ne ho anche di nuovi. Porto sempre ogni studente al proprio nuovo livello personale durante il laboratorio della durata di 5 giorni (il corso viene tenuto nella medesima settimana). Nella classe vi sono cantanti professionisti che stanno lavorando professionalmente in Italia, e anche studenti che stanno iniziando a cantare, e che anzi, debuttano a livello canoro proprio con me. Persone che non hanno mai cantato davanti ad anima viva. A volte si tratta di attori, compositori o scrittori. Metto insieme persone e artisti a vari livelli nella classe, e lo faccio espressamente. Ritengo che sia molto importante. Spesso uno studente che è un attore ma che non ha mai cantato prima, può utilizzare la sua tecnica di recitazione e applicarla immediatamente al canto. Spesso i cantanti professionisti sono molto cerebrali riguardo la tecnica. E per loro, poter osservare un nuovo allievo che non ha mai cantato in vita sua, collegare la recitazione con il canto e ottenere dei risultati veramente stupefacenti e profondi, è uno strumento d’apprendimento potente. Anche per l’attore, osservare il cantante con la sua meravigliosa voce, che si collega alla recitazione per la prima volta in vita sua, e fare quel passo coraggioso è un dono. Dunque questo tipo di “combinazione” è veramente interessante. E poi in classe sono già avanti con la mente, e sto già pianificando il prossimo livello per ognuno dei presenti. Cerco di portare avanti un lavoro molto individuale con ognuno degli studenti. Non porto avanti il corso in maniera generale dando a tutti lo stesso identico lavoro. Ogni persona ha un problema diverso, sia che si tratti della loro tecnica di recitazione, della loro tecnica canora, del collegamento di una all’altra, della tensione che si accumula in posti diversi…. Ognuno ha una postura diversa, ognuno è uno strumento diverso. E questo è un altro degli aspetti fantastici della voce: il tuo corpo è il tuo strumento, e non esiste un altro strumento al mondo come il tuo. Si tratta di un processo meraviglioso. Trovo che durante i corsi, il sostegno da parte di ogni studente per gli altri studenti presenti renda la crescita personale molto dinamica in soli 5 giorni.  Mi sorprendo sempre anche io osservando quanto sono veloci i progressi. Superano quasi i progressi che si avrebbero in una lezione privata.

Gruppo workshop milanese di Mary Setrakian 2006

E.S.: Sono d’accordo! L’ho potuto osservare con i miei occhi.

M.S.: Certo. E mi accerto sempre che ci sia una atmosfera carica di sostegno. Siamo tutti quanti nella stessa barca. Qui non si tratta di competizione… E a volte, può capitare di diventare gelosi uno dell’altro, e allora “Vorrei tanto essere come te!” e questa è una cosa meravigliosa da confessare. Ma in realtà siamo uniti, tutti insieme e l’uno per l’altro per cercare di crescere al nostro successivo livello personale.

E.S.: Puoi specificare alcuni aspetti riguardo la tecnica per collegare mente e corpo per i lettori?

M.S.:  La specifica tecnica vocale è ovviamente una parte integrante del mio lavoro. Si tratta del lavoro tipico di una insegnante di canto, e cioè, insegnare all’allievo come respirare correttamente, come sostenere, e come collegare queste due cose, il fiato e il sostegno, con la voce. Ci sono svariate teorie provenienti da vari docenti di canto. Con alcuni docenti mi trovo perfettamente d’accordo, con altre tecniche di altri insegnanti non mi trovo, in quanto, al contrario, penso che possano persino danneggiare il cantante! La tecnica che trasmetto ai miei allievi si adatta perfettamente al naturale funzionamento del corpo, dunque quando viene capita ed effettuata correttamente è veramente facile! E’ ciò che il corpo in realtà vuole! Poi vado immediatamente a collegare questi aspetti del canto con la recitazione. Per esempio lavoro sul “bisogno”. Il “bisogno” è qualcosa di realmente importante nel lavoro di Susan Batson, e anche nel mio. Il “bisogno” è qualcosa che si ha da piccoli, da bambini. Il bisogno di essere amati, il bisogno di essere visti, il bisogno di essere ascoltati, il bisogno di essere qualcuno. Ci sono molti tipi di bisogno diversi, e l’attore si deve collegare alla sensazione di bisogno e deve cantare e parlare attraverso quella sensazione. E questo è, ancora una volta, il collegamento tra mente e corpo, ed è molto profondo, perché accade realmente qualcosa di magico.  Fa risuonare la voce in modo ancora più delizioso. Il suono è qualcosa che non posso insegnare…. Succede perché stai parlando attraverso una sensazione fisica con gli aspetti tecnici nella mente, ma sono entrambi immediatamente uniti e connessi. Si tratta di una cosa molto, molto potente. E poi diviene universale. Il pubblico viene immediatamente attratto nella storia e si collega allo stesso bisogno. Le persone del pubblico vengono liberate…… è un lavoro molto potente.

E.S.: Ritornerai a Milano in febbraio, mi pare. Hai organizzato altri corsi a Milano e a Roma?

M.S.: Si. Alla fine di febbraio, primi di marzo ritornerò nuovamente in Italia. E, come ben sai, ho fatto il mio primo concerto con una big band a Milano, e spero di fare altri concerti con orchestre, big band, gruppi diversi! Si! Sto organizzando!

E.S.: Poi, ovviamente, al termine del corso degli allievi c’è un saggio.

M.S.: Si. E mi esibisco sempre anche io durante il saggio degli allievi, perché desidero che gli allievi sappiano che il lavoro che insegno è anche il lavoro che svolgo. Ed è molto importante per me mostrare agli allievi che hanno il permesso di compiere questo passo e  avere questo coraggio. C’è intimità in questo lavoro. Penso che sia una cosa molto speciale. L’esibizione va oltre il “bel suono”. E’ una cosa umana. Si tratta di umanità. Il mio sogno è quello di aiutare ogni studente a vivere nel potenziale che Dio ha loro concesso come artista, come essere umano, e a condividerlo con il mondo. E il mondo ha molto bisogno di tutto questo…. Il mondo ha bisogno di guarire…. Di essere liberato… E questo può accadere attraverso l’arte del canto.

Mary Setrakian Showcase - Milano 2006