Intervista: Kurt Elling

Blue Note, Sabato 22 gennaio 2005
Testo di: Eva Simontacchi
Fotografie: Alberto Gottardelli

Siamo al Blue Note per intervistare Kurt Elling, una delle voci più interessanti e di spicco del panorama jazzistico internazionale, un artista che ha dato il suo contributo creativo nel riproporre gli standards, maestro nel vocalese e nello scat. E’ al Blue Note con il suo quartetto, formato da Laurence Hobgood al pianoforte, Rod Amster al contrabbasso e Frank Parker alla batteria.
Il concerto ha inizio con un brano strumentale di Laurence Hobgood, al termine del quale si presenta sul palco Kurt Elling che saluta il pubblico in italiano (con l’aiuto di un foglietto sul quale ha preso appunti), e canta “Easy Living”, una ballad che mette in risalto la calda timbrica della sua voce. Le sue esecuzioni delle ballad sono estremamente fluide e vagamente ipnotiche. Seguono “In The Winelight”,  brano nel quale si esprime con armonici tuva, scat e vocalese; “Man In The Air” – brano che dà il titolo al suo ultimo album – e “All The Way”, che inizia a cappella, e dopo la prima strofa entra Rod Aster al contrabbasso, per lasciare infine uno spazio solistico al talento di Laurence Hobgood e al suo pianoforte. Passiamo poi al vocalese, e ascoltiamo “Revolution”; su un solo di John Coltrane  Kurt Elling canta i suoi testi originali. L’ultimo brano del primo set, proposto dopo la richiesta di bis da parte del pubblico è “Space Cowboy”, eseguito contrabbasso e voce, nel quale ha occasione di mettere in luce le sue doti teatrali, essendo un brano che esegue con l’aiuto della mimica. Durante il concerto parla con il pubblico, spesso in maniera giocosa.
Durante la pausa tra il primo e il secondo set, raggiungiamo Kurt Elling per una breve intervista.

E.S.: Siamo felici che tu sia di nuovo a Milano, avevamo avuto modo di ascoltarti nel mese di agosto 2003. Ti sentirai probabilmente più a tuo agio, essendo la seconda volta che tieni dei concerti qui al Blue Note di Milano. Abbiamo notato che parli e scherzi di più con il pubblico milanese ora, e che il pubblico lo apprezza molto.

K.E.: Bene!

E.S.: Sei un artista dotato di grande creatività; hai dato un grande contributo sia sotto forma di poesia, che di musica. Cosa stai preparando per il prossimo futuro?

K.E.: Per prima cosa devo fare un altro disco, e ho troppe idee per decidere quale sarà la prossima da attuare. Ma ho un nuovo Manager che mi aiuterà a decidere. Collaboreremo insieme su certe idee. Cioè, ho ancora uno spettacolo teatrale che desidero scrivere, e sto attualmente lavorando a una commedia per lo schermo, e sono anche molto impegnato con la Recording Academy, perché rivesto la carica di Vice Presidente Nazionale, e dunque per ora questa carica sta assorbendo gran parte della mia mente e della mia creatività, perché se stai concentrandoti su un’idea aziendale, su una mentalità aziendale, pensando a come dovrebbe essere gestita una società formata da diciassettemila membri, scrivendo offerte e preparando documenti, allora la tua testa rimane travolta da tutto quel lavoro. Dunque, dopo il mese di maggio, dovrei avere svolto tutto il lavoro che è nelle mie possibilità per ora, e avrò bisogno di ridiventare un artista! Nel frattempo, devo fare un disco…. E lo farò, spero, prima del mese di aprile.{mospagebreak}

E.S.: Ben presto allora uscirai con un nuovo album.
Stavi parlando di commedie e di teatro poco fa; ce ne vuoi parlare?

K.E.: Si, ho sempre scritto per il teatro… Bé, ho scritto eventi artistici multidisciplinari, ma non si trattava di teatro vero e proprio senza musica. Sono sempre state cose che includevano la musica.

E.S.: Musica e ballo, se non sbaglio.

K.E.: Esattamente. Dunque si trattava di eventi o happenings piuttosto che di teatro vero e proprio, dove si alza il sipario e inizia il “Primo Atto”.

E.S.: In questi progetti collaborerai con tua moglie?

K.E.: No, non penso. Si è ritirata dalle scene. Il ballo è molto duro a lungo termine. Si tratta di una disciplina molto difficile.

E.S.: Cosa ti piace trasmettere al tuo pubblico? Cosa ti piacerebbe che si portassero a casa le persone, dopo un tuo concerto?

K.E.: (ci pensa un attimo) …Ecco! Una buona conversazione! Qualcosa che li elettrizzi e tanta energia, di modo che possano stare svegli e parlare, comunicare per tutta la notte, rimanendo stupiti di avere tanto da dire, e che possano desiderarne ancora, di questa energia. E fascino, poesia.!

E.S.: Siamo sicuri che questa sia solo una parte degli effetti della tua musica, ma c’è molto di più.
C’è qualcosa che vorresti dire al tuo pubblico italiano? Hai molti ammiratori, anche tra i giovani, tra gli studenti di jazz, di canto….

K.E.: Davvero? Bene!

E.S.: Certo! Cosa hai voglia di dir loro?

K.E.: Continuate a farmi tornare, e il mio italiano migliorerà! E’ una promessa! (ride di gusto)

Nel secondo set ascoltiamo “Time To Say Goodbye”, un brano “nuovo per questa band”, ci tiene a specificare Kurt, “con testi in francese”. Passa poi a un brano più brillante e allegro, “Bye Bye Blackbird”, seguita da una ballad lenta eseguita piano e voce: “In The Wee Small Hours of the Morning”. Termina l’ultimo set con “Nature Boy”. Per il bis presenta “The Clouds Are Heavy, You Dig?”, musiche di Brubeck-Desmond e testi basati sulla breve novella “How The Thimble Came To God” di R. M. Rilke.
Oltre ad offrire un innegabile gusto per la teatralità, che a volte concede, con grande piacere da parte del pubblico, ai suoi ascoltatori durante l’esecuzione di alcuni particolari brani come ad esempio “The Clouds Are Heavy, You Dig?”, Kurt Elling riesce ad incarnare alla perfezione il “Genio della Lampada”: è l’uomo dai mille volti e dalle innumerevoli dimensioni e sfaccettature; sa eseguire una ballad facendo tornare alla mente i grandi miti del passato, come Frank Sinatra o Ella Fitzgerald; sa unire musica e poesia – sia propria sia dei poeti della beat generation – dandosi al vocalese su musiche di  Zawinul, Coltrane, e altri grandi musicisti. Sa eseguire uno scat assolutamente perfetto da cui ogni nota risulta udibile, precisa e chiara, anche nei passaggi più veloci. E’ eclettico e multiforme, pur mantenendo una sua ben delineata personalità. Restiamo in attesa di vedere quali altre sorprese ci preparerà per il futuro (oltre a imparare ad esprimersi sempre meglio in italiano!). Controlleremo!

L. Hobgood, Rod Amster, Eva Simontacchi at Blue Note Milano

Kurt Elling, Eva Simontacchi, the author of the interview