Fotografie e testi di: Eva simontacchi
Fotografie d'autore: Alberto Gottardelli
Sagi Rei, conosciuto dal grande pubblico per la sua versione del brano “L’Amour Toujours” di Gigi D’Agostino, presenta il suo nuovo album “Sagi Sings Michael Jackson”, accompagnato dalla Acoustic Band. Nel suo nuovo progetto rende omaggio alla musica di Michael Jackson reinterpretando con eleganza e con nuovi arrangiamenti alcuni tra i suoi pezzi più significativi.
La musica etnica, quella soul, e la classica si uniscono alla voce ispirata di questo grande artista israeliano per una serata di forti emozioni.
Sul palco del Blue Note, insieme a Sagi Rei, troviamo Carlo Bellotti (batteria e percussioni), Luciano Saracino (basso) Luca Allievi (chitarra), Enrico Caruso (tastiere), Salvatore Correri (chitarra), e le splendide voci di Monica Magnani e Wendy Lewis. Il concerto ha inizio con una singolare versione di “Liberian Girl”, e procede con “Human Nature”, “Black Or White”, “Fall Again”, “I’ll Be There”, “Billy Jean”, una bellissima versione di “I Just can’t Stop Loving You” cantata in duo con Wendy Lewis, e “The Lady In My Life”. Sagi Rei aggiunge anche dei brani tratti dai suoi precedenti album: “All Round The World”, “Your Loving Arms”, l’acclamatissimo “L’Amour Toujours”, passando poi ad altri brani del suo attuale album di tributo a Michael Jackson: “You Are Not Alone”e “The Man In The Mirror”, per poi terminare nel bis con “The Way You Make Me Feel”. Una serata all’insegna di un’ottima musica acustica, in cui tutti i brani venivano accompagnati dai cori delle splendide vocalist. Molto belli e di gusto gli arrangiamenti, che illuminavano le sentite interpretazioni di Sagi Rei di bagliori mediorientali, pop, ed etnici. Un concerto molto atteso a Milano, città in cui Sagi Rei ha lavorato per anni, ma nella quale abbiamo avuto poche opportunità di vederlo in concerto, mentre sono stati più fortunati di noi i suoi fan del centro-sud Italia, che hanno avuto spesso occasione di poterlo ascoltare.
Un concerto emozionante, carico di energia, impreziosito dalla bravura dei musicisti e dagli arrangiamenti raffinati e indovinati di Enrico Caruso. E Sagi Rei, al centro della scena, con la sua voce cremosa e vibrante e le sue interpretazioni singolari, ci ha fatto per qualche ora, dimenticare qualsiasi pensiero…..
Incontro Sagi Rei nel backstage del Blue Note per una breve intervista.
Eva Simontacchi: Esci ora con il tuo secondo album, dopo cinque anni di silenzio. Prima domanda: come mai cinque anni di silenzio?
Sagi Rei: In realtà non sono proprio cinque anni di silenzio, sono tre anni. Nel 2007 è uscito il secondo, “Emotional Songs” Part II, e a distanza di tre anni esce questo nuovo album che è un omaggio al Re del Pop Michael Jackson.
E.S.: Ovviamente l’omaggio ti sarà venuto spontaneo perché Michael Jackson è mancato, lasciando un grande vuoto.
S.R.: Si, sicuramente la sua scomparsa precoce mi ha colpito parecchio e fu proprio in quel momento che ho pensato insieme al mio produttore, di omaggiare Michael Jackson con un album interamente dedicato a lui. Avevo già pensato di inserire un pezzo di Michael in un mio eventuale album con pezzi inediti, ma la sua scomparsa mi ha toccato profondamente e ho sentito l’esigenza di dedicargli tutto un disco, un lavoro intero, un album completo.
E.S.: Parlami degli arrangiamenti. Abbiamo ascoltato questa sera degli arrangiamenti molto belli e particolari.
S.R.: Il disco, quest’ultimo album è stato prodotto e arrangiato interamente da Enrico Caruso, eccolo qui…. (me lo indica). Si è trattato di un lavoro per niente semplice, anche perché per riarrangiare canzoni, brani di Michael Jackson, ci vuole del fegato, ci vuole inventiva e fantasia con una dose di originalità, perché sarebbe stato molto facile cadere in un progetto in cui le canzoni originali di Michael fossero molto più vicine alle nostre, invece abbiamo cercato in molti brani di cambiare completamente gli arrangiamenti – in molti brani questa cosa è molto spiccata - pur mantenendo la melodia originale, senza modificare troppo le canzoni di Michael, chiaramente avvicinandoci molto al mio modo di fare musica, al mondo acustico, in cui si combina dalla classica al blues al folk, un po’ di tutto, anche dell’etnico, appunto….. In tutta questa miscela di mondi Enrico Caruso, il produttore, ha trovato degli arrangiamenti molto avvincenti e belli, e quindi è stato anche molto più facile per me eseguire le canzoni.
E.S.: Vogliamo far partecipare all’intervista anche Enrico Caruso?
Enrico Caruso: Il discorso è stato dopo due mesi di ascolto di tutta la discografia di Michael Jackson, trovare melodie e testi… Praticamente la musica di Michael Jackson era fatta di poesie stupende, musica da ballare con arrangiamenti strepitosi, e un personaggio incredibile. Secondo me c’erano delle canzoni che più che altre avrebbero potuto essere tranquillamente cantate da Sagi. Più che andare a togliere l’arrangiamento, è stato andare a prendere la canzone come melodia, testo, vibrazioni, emozione, che potessero specchiarsi in lui. E’ stato difficile casomai scegliere di farlo. All’inizio ci siamo proprio detti: Sagi, ce la sentiamo di farlo? Io non avevo dubbi. Lui all’inizio ha un po’ titubato, poi ho ricevuto una sua telefonata in cui mi ha detto: Cosa stiamo aspettando?
Sagi Rei: Michael comunque è sempre stato uno dei miei ispiratori da quando ero piccolo, per cui, senz’altro devo molto anche a lui. Un artista che ha lasciato tanto, da ogni punto di vista. Ha ispirato tantissimi artisti, e ha lasciato una grande eredità, un patrimonio musicale, ed io sono molto felice di avere dedicato questo album a Michael Jackson.
Enrico Caruso: Però una cosa importantissima è che è un omaggio da un artista verso un altro artista. E’ la cosa più importante che tengo tantissimo a sottolineare perché deve proprio venire fuori che sono interpretazioni e non cover. E’ evidente.
E.S.: Chiaramente, è proprio Sagi che viene fuori in questi brani; anche la vocalità è diversa, e si sente che Sagi ci mette del suo. Ora stiamo parlando del tuo attuale progetto, e di questo disco che è appena uscito, però come tutti gli artisti, una volta concluso il progetto discografico, c’è il lavoro del tour, ma la mente è già proiettata creativamente su qualcosa di nuovo, che è ancora all’orizzonte. Ho due domande da porti: una riguarda eventuali altri artisti che come Michael Jackson ti hanno molto toccato e influenzato da giovanissimo. Chi sono in particolare?
S.R.: Come Michael Jackson, un altro grandissimo artista che mi ha fatto affacciare sul mondo della musica è senz’altro Stevie Wonder. Penso che si senta un po’ anche l’influenza… Il mondo soul di Stevie è dentro di me e spesso viene fuori. Sicuramente Stevie è quello che mi ha dato di più come artista. Poi ci sono tantissimi altri artisti che mi piacciono, non solo nel mondo dell’R&B e della soul music. Mi piace molto anche la musica folk degli anni 70, da Joni Mitchell a James Taylor a Neil Young.
E.S.: Nominami qualche altro nome femminile….
S.R.: Janice Joplin.
E.S.: Voci graffianti…. Emozionanti
S.R.: Ci sono diverse tipologie di voci che mi piacciono. Mi piace anche Barbara Sreisand come cantante. Anche lei ha un’altra tipologia di voce, di musica e di arte. Anche Noa è una grandissima artista e sono orgoglioso, perché lei è una mia compaesana, una mia connazionale e sono un suo fan. Mi piace molto la sua musica, e sarebbe bello chissà un giorno, magari cantare qualcosa insieme. Sarebbe molto bello!
E.S.: L’altra domanda che mi era rimasta in sospeso è: che idee hai per il tuo prossimo progetto?
S.R.: Una certezza, almeno una ce l’ho: è quella di fare dei pezzi inediti, o comunque di scrivere con il mio produttore e con altri autori eventualmente, dei brano originali, anche perché dopo tre album di cover, sento l’esigenza, alla mia età, all’età di 37 anni, di cantare delle canzoni mie proprie. Anche perché queste canzoni che ho cantato finora me le sono fatte diventare mie proprie, mi sono in qualche modo appropriato delle canzoni di altri artisti e spesso e volentieri molte persone mi dicono che pensavano che certe canzoni le avessi fatte io…. Questa è una gran bella soddisfazione, però credo che per un artista, per un cantante, è importante a un certo punto cercare la propria strada, cercare di scrivere e di comporre cose inedite. Credo che il prossimo album sarà interamente un progetto inedito con uno stile sicuramente suonato acustico, che rispecchi i progetti precedenti, ma con magari qualcosa di sperimentale….. con un sound più moderno, però sempre suonato nel modo acustico, che mi piace molto. Per me la contaminazione è una cosa favolosa, nel senso che io attingo anche alle mie origini. Io sono israeliano, come tu ben sai, e la musica orientale, mediorientale, o comunque etnica è una musica che è dentro di me, nel mio sangue, anche se in modo inconscio, che mischiata con la pop music, con il soul può dare risultati favolosi. Quindi io vorrei anche sperimentare sonorità che abbraccino alcuni generi musicali che sono questi, quelli che amo di più. Per esempio nell’ultimo album, ci sono vari brani, come “I Just Can’t Stop Loving You” e alcuni altri che sono molto in stile etnico medi orientaleggiante, un po’ afro. Quei mondi sono favolosi, a me piace tantissimo creare delle commistioni rimanendo comunque nella musica pop, con queste sonorità.
E.S.: Speriamo che con questo bellissimo concerto che hai fatto qui al Blue Note di Milano, tu possa cantare un po’ più spesso qui al nord, perché hai sempre tenuto concerti nel sud Italia e nel centro. Quante volte avremmo voluto sentirti, ma non ce n’era l’occasione.
S.R.: Assolutamente si. Stiamo cercando di spingere molto sul centro e il nord Italia specialmente con la promozione, e anche con eventuali futuri concerti. Speriamo di farne di più, proprio nella nostra zona, in Milano e Lombardia.
E.S.: Quando sali sul palco e canti per il tuo pubblico, qual è la cosa che ti preme di più? Come vuoi lasciare il tuo pubblico a fine concerto?
S.R.: Quello che vorrei che i miei fan e il mio pubblico avessero da me dopo un mio concerto è sicuramente l’aver sperimentato grandi emozioni, e quello di lasciare e di trasmettere, attraverso la mia voce e il concerto stesso, delle emozioni. Credo che ogni artista vorrebbe questo per il proprio pubblico. Questa è una cosa importante. Vorrei che la gente, anche il giorno dopo, parlasse ancora del concerto e di quanto ne è valsa la pena esserci, e di avere vissuto dei momenti magici. Perché la musica è magia. E se un artista non lascia questo, non va bene. Un artista deve cercare di lasciare questo, deve essere completamente sé stesso sul palco, e non fingere; deve aprirsi a 360 gradi e in qualche modo essere un po’ fragile, ma almeno essere se stesso, per riuscire a trasmettere quello che è al proprio pubblico.
Enrico Caruso: Aggiungo ancora una cosa…. Non avete parlato del singolo che è uscit in radio, “Billy Jean”. C’è un singolo che purtroppo per dei problemi che hanno avuto le Major con le radio più grosse non è riuscito ad arrivare facilmente quest’estate a radio grosse, come potrebbero essere 105 o Radio Dj o Radio Montecarlo, per cui ci aspettiamo e speriamo che dopo questo evento qualcosa si smuova, per poter portare alla portata di tutti la conoscenza di questo progetto, non solo con i live ma anche con eventi radiofonici e televisivi.