Intervista: Kelli Sae

Di: Eva Simontacchi
Fotografie: Archivio Kelli Sae
5 gennaio 2006

Presentazione di “Heroine”, ultimo album di Kelli Sae:

Ci sono un numero di fattori che rendono interessante un artista. Il modo in cui si comporta, la sua abilità nell’attrarre pubblico di diverse culture ed etnie, il rispetto che ha per la sua arte e, ovviamente, il talento vocale che possiede. Eppure a volte un artista può creare un impatto con il pubblico in un modo meno manifesto. A volte un artista ha valore semplicemente perché entra in risonanza con il suo pubblico. La cantautrice Kelli Sae ha girato il mondo con acclamatissime band, quali “Incognito”, “Count Basic” e di recente, anche con il trio acustico “Philippe Saisse Acoustic Trio”, coprendo il ruolo di solista vocale per tutte e tre le band. Kelli è stata onorata dall’industria discografica, e ammirata dalla critica musicale. Eppure l’indicatore più significativo del valore di Kelli Sae è la sua musica: il  modo in cui la sua musica colpisce l’ascoltatore. Le sue canzoni parlano all’anima dell’ascoltatore, aprendo una finestra non solo sul mondo di Kelli, ma mostrando nuove prospettive anche sul mondo dichi la ascolta.

Nell’album di debutto a suo nome, “Kelli Sae”, la ginnasta vocale ha creato delle musiche emozionalmente oneste, profondamente personali e universali nel significato. Dotate di una vincente combinazione di talento e di compassione, le canzoni di Kelli vanno a toccare una miriade di argomenti e di stati d’animo. Il primo progetto solistico di Kelli Sae da lei autoprodotto su etichetta “Kwurk Entertainment” ha venduto inizialmente oltre 6,000 copie, e sta ancora vendendo molto grazie alle sue live performance e al passaparola. Kelli ha rilanciato, uscendo con il suo secondo album indipendente: “Heroine”.

Il nuovo album include intime e morbide ballad e scatenati brani “up-tempo”. “Heroine” è un album molto ricco e denso di emozioni. Da un brano all’altro del disco, Kelli esplora la sua eredità portoricana e afroamericana; per questo non è affatto sorprendente che quest’album abbia avuto un grande successo sul mercato latinoamericano. Due delle canzoni sono parzialmente cantate in spagnolo. Kelli passa da uno stile all’altro con una facilità estrema. “Il mio compito, come artista, è quello di colmare tutte le mie esigenze creative espandendomi e accertandomi di coprire ogni terreno che sento e desidero di voler coprire”, dice Kelli. “Non desidero soffermarmi su un solo genere o bloccarmi su un unico modo di fare musica. Desidero ascoltare la mia energia e seguirla ovunque mi porti”.

Kelli Sae ha ottenuto riconoscimenti a livello internazionale e  ha alle spalle esperienze prestigiose: ha collaborato con i migliori musicisti sul mercato. Come cantante solista della band “Incognito”  ha riscosso e riscuote tuttora notevoli successi a livello internazionale, con la band europea “Count Basic”, la sua voce dall’estensione che copre varie ottave, ha raggiunto milioni di persone nel mondo, dagli Stati Uniti all’Africa.

Durante la sua carriera artistica ha collaborato in qualità di corista con Me’Shell N’Degeocello, Peter Lord & Jeff Smith dei Family Stand, PM Dawn, Neneh Cherry, DJ Logic, Corey Glover, e con il gruppo hip hop vincitore di un Grammy “Arrested Development”. Kelli ha anche aperto i concerti per dei titani quali Curtis Mayfield, George Clinton, P-Funk All-stars, David Bowie, Bootsy Collins e molti altri. Inoltre, Kelli ha collaborato anche in tour con il premio Grammy Ryuichi Sakamoto (compositore delle musiche della colonna sonora dell’ “Ultimo Imperatore”).

Kelli si è già aggiudicata un enorme seguito per essere una artista indipendente con un solo album al suo attivo. Ciò che la rende unica è che resta fedele a sé stessa e alla sua natura, e usa la sua voce per esprimere ogni suo stato d’animo, dall’amore al rimpianto. “In fondo in fondo, ciò che cerco di fare è questo: far sentire bene le persone”, dice Kelli. “Desidero sollevare le persone dai loro dolori o dispiaceri”.

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INTERVISTA A KELLI SAE

Incontro Kelli Sae al Blue Note di Milano il 5 gennaio 2006 dopo il primo set. Ha appena presentato la prima parte del suo concerto con Bahnamous Bowie (pianoforte/tastiere), Gintas Janusonis (batteria), Trevor Allen (basso), Biti Strauchn (corista), e Arif St. Michael (corista). Durante il primo set Kelli e la sua band hanno presentato al pubblico milanese “How Many”, “Life Goes On”, “Only”, “Daydreamin’”, “Higher”, “I’m Lovin You”, “Stayin’ Alive”, “Latina”, “If”, “Can’t Wait”, “Burned” and “Okay”. L’energia e il talento di Kelli sono spettacolari; che sia un’artista molto generosa lo si percepisce chiaramente da quanto non si risparmi sul palco. Durante il concerto chiama gli ottimi coristi uno alla volta accanto a lei, invitandoli a cantare un brano solistico. I musicisti della band suonano ottimamente; l’unico neo è stato a mio avviso che la sezione ritmica avrebbe dovuto suonare a un volume un po’ più discreto.

Eva Simontacchi: Quando hai iniziato a cantare? Com’è iniziata la tua carriera?
Kelli Sae: Ho iniziato a cantare prestissimo, avrò avuto tre anni. Probabilmente non cantavo molto bene, ma cantavo molto forte e con un sacco di determinazione.

E.S.: Quali sono stati i tuoi idoli musicali?
K.S.: Da giovanissima ricordo che ascoltavo tutto ciò che ascoltavano i miei genitori. Minnie Ripperton, Gladys Night, Patti Labelle, Black Ivory, Barry White, Love Unlimited, Celia Cruz, Hector Lavoe, Ruben Blades e tantissimi altri artisti.

E.S.: Hai mai preso lezioni di canto o tecnica vocale? Cosa fai per la tua voce oggi?
K.S.: Si, sono una grande fan delle lezioni di tecnica vocale. Mi esercito ancora. Non quanto lo facessi prima, ma mi impegno il più possibile. E soprattutto, cerco di prendermi cura della mia voce e del mio corpo il più  possibile.

E.S.: Sei una cantautrice. Componi musiche e testi. Come lavori su di una canzone? Inizi con la melodia o con i testi?
K.S.: Non ho un metodo di lavoro particolare. Ogni volta è una cosa diversa. A volte inizio canticchiando una melodia sottovoce, altre volte mi siedo al piano e inizio suonando una linea di basso e gli accordi per poi passare successivamente ai testi. Di conseguenza non vado mai da nessuna parte senza il mio micro registratore, nel caso mi venisse qualche idea particolare.

E.S.: Ascolti molta musica? Ci potresti dire quali sono i generi musicali che ascolti con maggior frequenza e quali sono le tue cantanti preferite?
K.S.: Ascolto musica quasi 24 ore su 24. Ascolto ogni genere musicale esistente! In un certo momento della giornata potrebbe trattarsi di hip hop, un attimo dopo potrebbe trattarsi di jazz puro. E’ bellissimo poter spaziare in questo modo. Ammiro talmente tanti cantanti che mi riesce difficile nominarne solo alcuni. Inoltre attraverso delle fasi in cui mi capita di ascoltare un solo cantante o un solo musicista. In questo momento per esempio, sto ascoltando solo Nina Simone!

E.S.: Quali sono, secondo te, le tue forze e le tue debolezze?
K.S.: Penso che una delle mie debolezze sia che non riesco a concentrarmi su di una cosa alla volta. Devo veramente lavorare su questo aspetto. La mia mente elabora e pensa milioni di cose simultaneamente. La mia mente è simile a un computer, in cui continuano a comparire icone pop-up! E prima che me ne renda conto mi ritrovo a fare più di una cosa alla volta. Per cui, sto cercando di correggermi in questo senso. Ci sono probabilmente un’altra decina di aspetti sui quali devo lavorare per migliorare. Per ora però, iniziamo da questo! Invece, uno dei miei punti di forza è che riesco a vedere il lato positivo delle cose. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto, e sono molto elastica…. Nel mondo del lavoro questo atteggiamento può rivelarsi molto utile!

E.S.: Qual è il “sogno della tua vita”? (Qualcosa a cui aspiri con tutta te stessa per la tua carriera)
K.S.: Il mio sogno più grande è quello di portare la mia musica sul palco della Carnegie Hall a New York. E’ un sogno immenso, lo so. Ma non penso che possa essere impossibile.

E.S.: Come ti sei trovata a Milano durante i tuoi concerti al Blue Note?
K.S.: Sono stata in Italia innumerevoli volte prima d’ora. Ma questa è stata la prima volta in cui mi sono presentata con il mio progetto personale e la mia band. Per me è stata una occasione veramente importante. E mi sono molto entusiasmata quando ho visto che in effetti si presentava del pubblico ai miei concerti! Questo è stato un dono immenso per me! Ogni notte il pubblico si è dimostrato caldo, accogliente, ed è stata un’esperienza meravigliosa. Non vedo l’ora di tornare!

E.S.: Sei dotata di una grande energia, e sei perfettamente in grado di trasmetterla al pubblico. Qual è l’essenza del messaggio che desideri trasmettere a chi ti ascolta?
K.S.: Grazie…. Penso che il messaggio che sto tentando di trasmettere sia che vorrei semplicemente che tutti si divertissero e si lasciassero andare! A volte c’è talmente tanto stress nelle vite di tutti, talmente tante cose che accadono, sia a causa del lavoro, sia nella vita in generale, che spero di riuscire a rasserenare un po’ le persone con la mia musica. Vorrei alleviarli dalle loro pene, anche se per un breve momento.

E.S.: Quando pensi di tornare in Italia?
K.S.: Spero di tornare il prossimo anno, o magari anche verso la fine di quest’anno se esce il mio nuovo album. Spero che anche il pubblico desideri un mio ritorno.

E.S.: Progetti attuali e progetti futuri?
K.S.: Attualmente sto lavorando sul mio nuovo album. Ne sono entusiasta, e a volte mi dà i brividi mentre sto incidendo, perché è molto autobiografico. Sto nel frattempo collaborando ancora con “Count Basic” e sto scrivendo per  Indie Films. Oltre a tutto ciò, sto anche scrivendo due libri. Avevo iniziato ascriverli più di un anno fa, poi ho dovuto interrompere. Ora ho ripreso in mano il lavoro. Spero di portarli presto a termine.

E.S.: Ci puoi raccontare qualcosa della tua vita e della tua infanzia e adolescenza? Qual è stato il tuo percorso fin qui?
K.S.: Provengo dal South Bronx. La vita e la street life sono dure in questo luogo.  Dunque non mi era permesso di uscire molto di casa. A quei tempi non pensavo che questa fosse una vera benedizione! Star rintanata in casa mi fece avvicinare tantissimo alla musica. Passavo la giornata cantando, ascoltando musica, e scrivendo canzoni. Alcune erano belle…. Altre no! Chiedevo a mia madre di ascoltarmi, di criticarmi e di valutarmi. Sono certa di averla anche innervosita a volte! Ma era una donna molto paziente. Poi mi sono interessata alla strumentazione, ed ero affascinata dal modo in cui le cose venivano messe insieme ed orchestrate. Mia madre mi faceva notare delle cose a livello musicale, e ho iniziato a entrare sempre più nel mondo della musica. All’inizio non studiai con nessuno; mi limitavo a imitare ciò che udivo. Solevo poi chiedere a qualcuno di ascoltarmi per farmi notare i miei errori per poterli correggere, o per farmi notare gli eventuali punti passibili di un miglioramento. Generalmente si trattava di mia madre o di mia sorella. Da adolescente iniziai a lavorare con dei produttori. Questo mi aiutò a cominciare a dare una forma al mio sound e ad acquisire la mia identità. Più avanti fu Joseph Bowie dei Defunkt che mi fece fare un notevole passo in avanti. Penso che non si sia nemmeno reso conto dell’impatto che ebbe su di me. Continuo a ripeterglielo anche adesso, ma non mi crede; pensa che stia scherzando! Lavorando con lui ho sempre dovuto spingermi oltre e superare i miei limiti; è molto esigente e ti chiede di fare cose che nemmeno pensavi di essere in grado di fare. E lo ripeto: non mi rendevo conto di ciò che significasse tutto questo per me. Ora lo capisco! E mi sento tanto riconoscente! E ora torniamo al presente. Ciò che ricerco, alla fine di una delle mie performance, o dopo la vendita di uno dei miei CD, è questo: vorrei che le persone se ne andassero via con la sensazione di essere entrate in contatto con i loro veri sentimenti. Trasmetto emozioni e vibrazioni sincere, vere, reali, e desidero che le persone tornino a casa sentendosi bene, arricchite.

E.S.: Prima di terminare l’intervista, ci farebbe piacere che ci parlassi della tua esperienza con gli “Incognito”……
K.S.: La mia esperienza con gli “Incognito” è stata, ed è tuttora una esperienza notevole. Si tratta di uno dei momenti più divertenti e più grandiosi della mia carriera musicale. Amo la musica ed essere musicista. Sono stata veramente molto fortunata a poter lavorare con un gruppo di persone così ricche di talento. Trovo che Bluey stesso sia estremamente geniale in ciò che fa. E’ in grado di raggruppare così tante persone creative, e di fare accadere cose realmente fenomenali. E’ anche un grande songwriter e un ottimo produttore. Dunque mi sento realmente molto grata e posso aggiungere questa esperienza tra i primi posti nel mio elenco di “grandi momenti” della mia carriera. Ho avuto di recente l’opportunità di cantare con loro e di essere ospite due volte in questi ultimi mesi. E’ stata una tale gioia per me! Si tratta in effetti, di una famiglia allargata, e come in tutte le famiglie, troverai sempre delle differenze, delle avversità, e delle sfide che busseranno alla tua porta di volta in volta. Ma solo attraverso tali esperienze puoi crescere ed elevarti ai livelli successivi. Nutro un grande affetto per Bluey e tutta la gang. Salire sul palco con loro adesso, mi dà la stessa identica sensazione grandiosa della prima volta. Non cambierei nulla. Si tratta semplicemente di un’esperienza notevole, incredibile.