Tuck & Patti al Blue Note; Recensione e Intervista

 

 

Recensione del Concerto di Tuck & Patti – Blue Note, venerdì 21 aprile 2006  
Testo di: Eva Simontacchi
Fotografie del Concerto: Alberto Gottardelli

Fotografie dell’intervista: Eva Simontacchi

Tuck & Patti sono stasera al Blue Note per presentare i loro ultimi album “A Gift Of Love” e “Chocolate Moment”,  ma soprattutto il loro nuovo cofanetto “Tuck & Patti Live In Holland”, contenente 2 CD e 1 DVD.

Il concerto di Tuck & Patti si apre con “Love Flows Like A River”, tratto dall’album “Chocolate Moment”, 2002, T&P Records. La voce vellutata e profonda di Patti non potrebbe aver migliore accompagnamento. La chitarra di suo marito Tuck la segue come un’ombra, rispondendo a ogni sua frase, a ogni sospiro, a ogni accenno ritmico. La sala è gremita, e il pubblico è desideroso di “farsi sentire” e già dopo il primo brano l’applauso è molto carico e ben sostenuto. Tuck e Patti passano al secondo brano, un po’ più allegro e scanzonato: “Better Than Anything” (Album: “As Time Goes By”, 2002, Windham Hill Records) in cui Patti improvvisa testi esilaranti e tutti si divertono un mondo. Prosegue la serata con “Rejoice” (“Chocolate Moment”), dopo la quale Patti si allontana dal palco lasciando Tuck alle prese con la sua L5. Solo sul palco, con gli occhi chiusi o abbassati, Tuck passa da “Georgia” a “Europa” (Santana) suonando come se ci fosse una intera orchestra di chitarre: accompagnamento, armonici, linea del basso, linea melodica, soli, slap, percussioni…. Le dita che corrono e saltellano rapide lungo tutto il manico fino al  pick-up. Solo alla fine del brano riusciamo a guardarlo negli occhi mentre ringrazia, un po’ spaesato, e con l’aria un po’ sorpresa, il pubblico del Blue Note che lo applaude con grande entusiasmo. Lo raggiunge sul palco Patti e ci offrono una versione a ballad, libera e molto intensa di “My Romance” (Album: “As Time Goes By”), seguita da “Hold me Tight and Don’t Let Go”, tratto dall’album “A Gift Of Love”, 2004, T&P Records. 

 

 

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Siamo al termine del primo set, e Tuck & Patti accennano le prime note di “Time After Time”, loro cavallo di battaglia, con il quale organizzano storicamente un coro con il pubblico.  Patti suddivide il pubblico in tre sezioni, e il Blue Note si riempie delle voci -  fortunatamente ben armonizzate – degli ascoltatori, che in questo momento diventano co-protagonisti. Al termine del brano, applausi e ovazioni. Il pubblico si alza in piedi, riuscendo a trattenere i due generosi artisti sul palco. Dovrebbero salire al loro camerino per riposarsi prima del secondo set, ma presentano il richiesto “bis” prima di assentarsi per la pausa: “Takes My Breath Away” (“The Best Of Tuck & Patti”, 1997, Windham Hill Records”).

Il secondo set ci offre diversi altri successi del carismatico duo: “Wildflower” (“Chocolate Moment”), che Patti dedica a tutte le donne, “Comfort Me” (Chocolate Moment”), “Can’t Help Falling In Love With You” ("A Gift Of Love”), e di nuovo “Time After Time”. Patti si allontana, e Tuck resta solo sul palco. Presenta un medley di vari brani tra cui “I Wish” di Stevie Wonder e alcuni tra i più famosi brani di Carlos Santana.
Il concerto termina con “Love Is The Key”, un brano ipnotico, in cui Patti improvvisa con uno scat percussivo, simile al battito del cuore, oltre che con testi, scat, e melodie.

Al termine della serata, il pubblico del Blue Note si alza in piedi per applaudire Tuck & Patti con una standing ovation della durata di qualche minuto.

Passare alla prossima pagina per leggere l'intervista a Tuck & Patti.......

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Intervista a Tuck & Patti              di: Eva Simontacchi

 


Incontro Tuck Andress e Patti Cathcart nei camerini riservati agli artisti del Blue Note tra il primo set e il secondo set della serata. La tavola è apparecchiata ed è stato loro servito un piatto caldo, che rischia di raffreddarsi a causa di questa breve intervista…. Ma sembrano non farci caso, e mi rispondono con molta gentilezza.


Eva Simontacchi: Il vostro messaggio è così forte, così potente. Come fate a “caricare le vostre batterie”? Come riuscite ad essere così carichi di amore e di passione tutte le sere, e a trasmettere tutto ciò al pubblico e mantenendo il messaggio sempre fresco, sincero e potente?

Patti Cathcart: Penso che il motivo principale, o dovrei dire: so che il vero motivo è perché è stata proprio la cosa sulla quale ci siamo accordati Tuck ed io quando siamo diventati un duo. Sono oramai quasi 28 anni che portiamo avanti lo stesso messaggio senza sosta e con convinzione, e ci crediamo con tutta la nostra anima. Ed è così che ci ricarichiamo, perché non c’è una singola parola che cantiamo sul palco che noi non crediamo fino in fondo nei nostri cuori. Qualsiasi cosa io canti, se parla al mio cuore, allora riesco a farla parlare ai vostri cuori…….

E.S.: Avrete certamente passato momenti difficili, come capita a tutti, o potreste semplicemente sentirvi un po’ frustrati o stanchi. Cosa succede in questo caso?

P.C.: La musica ci ricarica. Quello è il momento che ci ripaga di tutti i nostri sforzi e sacrifici. E ogni volta che suoniamo una canzone, per esempio, “My Romance”, ci chiediamo…. Cosa succederà stanotte? Abbiamo l’opportunità di suonarla ancora una volta. E’ una cosa grandiosa, non ci sono parole per descrivere questa sensazione.

E.S.: Probabilmente anche il fatto di improvvisare vi aiuta a rinnovarvi costantemente. Quanto di ciò che fate sul palco è improvvisato?

P.C.: Dipende. Abbiamo un mutuo accordo di andare ovunque ci porti lo spirito, e questo porta a cose diverse in canzoni diverse. Potrei cambiare la melodia o persino i testi di una canzone, oppure potrei aggiungervi un chorus di solo, mentre Tuck potrebbe improvvisare liberamente linee del basso e accordi, creando sostituzioni e riarmonizzazioni attorno a me, e variando qualsiasi contromelodia abbia incorporato, proprio come farebbe qualsiasi gruppo jazz. Questo accade anche con la maggior parte delle ballad che eseguiamo, sebbene a volte io possa decidere di escludere intenzionalmente una sezione se mi sento ispirata a farlo; Tuck afferra la situazione al volo e mi segue. Per quanto riguarda altre canzoni, la struttura di alcune sezioni potrebbe cambiare addirittura ogni sera, oppure potrebbe seguitare con una canzone completamente diversa. Per esempio, la “out section” di “Tears Of Joy” è stata totalmente improvvisata in studio durante l’incisione del brano. Ogni registrazione era completamente diversa da quella precedente; cambiavano gli accordi, la melodia e i testi. Una volta pronto l’album abbiamo in effetti dovuto riascoltare ciò che avevamo fatto nella traccia che avevamo deciso di inserire nell’album per memorizzarla. Molte delle nostre canzoni sono così. E quando suoniamo “live”, questo è ciò che succede. Può essere che per una determinata canzone utilizziamo una determinata struttura o forma, finché una sera, durante un concerto, uno di noi la porta in un’altra direzione, e quella nuova struttura alternativa diventa una nuova variazione sul tema nel futuro.
A volte inventiamo una nuova canzone durante un concerto. Ecco come sono nati “High Heel Blues” e “Love Is The Key”. Ma uno dei risultati diretti di avere inciso degli album è che il pubblico ha parecchie richieste da fare, e dunque non avanza il tempo per inventare, o comunque questo ora accade meno che nel passato.

 

 

 

E.S.: (rivolta a Tuck) Dopo anni di concerti insieme, che sensazioni provi sul palco?

T.A.: Essere in concerto con Patti non è paragonabile a nessun’altra esperienza che io abbia mai avuto, perché è così intensa! Posso paragonare questa esperienza ai videogiochi di gare automobilistiche, in cui tieni l’acceleratore a  tavoletta e la vita ti corre incontro molto più velocemente di quanto tu non sia in grado di gestirla, solo che che andare a sbattere e bruciare non sono opzioni accettabili, e non c’è modo di rallentare e prendere fiato quando in effetti vai a sbattere e bruci. E’ così, senza sosta per una ora e mezza di concerto. E’ come essere simultaneamente nell’occhio del ciclone, e nel ciclone stesso, solo che stiamo generandolo noi il ciclone piuttosto che viverlo passivamente. Sembra di vivere contemporaneamente varie esperienze. E’ una cosa sorprendente per me che sia possibile avvertire la calma, la pace e la gioia nel bel mezzo di una attività intensa e molto rapida, che ha molto a che vedere con il controllo onde evitare un disastro; ma sembra che faccia parte della natura della nostra mente riuscire a fare coesistere sensazioni tanto diverse.